Chirurgia mini-invasiva
Implantologia non invasiva
Esistono delle tecniche di implantologia, anche avanzata, che hanno la finalità di ridurre i tempi e l’invasività delle procedure e/o la possibilità di superare i limiti anatomici che si possono presentare. Il nostro approccio chirurgico mira sempre alla soluzione meno invasiva per il paziente, soprattutto in quanto si ottiene una guarigione migliore in tempi più rapidi. Queste tecniche per essere applicate hanno bisogno di una condizione anatomica di partenza favorevole (soprattutto per quanto concerne la chirurgia senza lembo “flapless”) e di un approfondito studio del caso effettuato attraverso esami radiografici specifici (dentascan o cone-beam).
Chirurgia Flapless
Quindi quando le condizioni anatomiche lo consentono (presenza di adeguato volume di osso e di gengiva cheratinizzata) e previo un attento studio radiologico del caso, è possibile inserire gli impianti passando attraverso la gengiva, senza scollarla.
Questa tecnica migliorala guarigione dei tessuti e riduce l’infiammazione post-chirurgica rendendo l’intervento di implantologia assolutamente non traumatico e minimamente invasivo.
Chirurgia computer-guidata
La chirurgia computer-guidata prevede la progettazione dell’intervento di inserimento di impianti al computer grazie a software dedicati di elaborazione dei dati acquisiti tramite esami radiologici tridimensionali (dentascan o cone beam).
Una volta eseguita la progettazione il file viene inviato in apposito centro dove viene costruita una guida chirurgica che permetterà al chirurgo di posizionare gli impianti esattamente dove progettato.
Rialzo del seno mascellare
All’interno del mascellare superiore sono presenti delle cavità denominate seni mascellari. Queste cavità si trovano esattamente al di sopra dei molari superiori.
Quando vengono estratti questi denti i seni mascellari tendono fisiologicamente ad espandersi andando a ridurre l’altezza della cresta ossea alveolare, quindi spesso, soprattutto se i denti sono stati estratti da diversi anni, per poter inserire gli impianti c’è la necessità di ripristinare una altezza adeguata di cresta ossea.
L’intervento di rialzo del seno mascellare consiste nell’inserire del materiale da innesto al di sotto della membrana che riveste l’interno del seno mascellare.
L’innesto dopo qualche mese si ossifica ripristinando la possibilità di inserire degli impianti di dimensioni adeguate.
Intervista al dott. Pierluigi Pelagalli
Dott. Pelagalli, Lei è sempre stato un fautore e precursore di tecniche implantari non invasive. Quali sono i presupposti clinici e biologici di questa filosofia?
“Innanzitutto il miglioramento e la maggior diffusione di esami diagnostici specifici quali la radiologia tridimensionale grazie all’avvento di nuove tecnologie quali il Cone-Beam che permette al dentista di effettuare l’esame in studio, ottenendo un’altissima definizione di immagini radiografiche 3D con basse dosi di radiazioni per il paziente. Quindi un esame che in passato era riservato alle situazioni cliniche più complesse oggi può utilizzato di routine. Inoltre la possibilità di elaborare queste immagini per la progettazione e la simulazione dell’intervento grazie a software dedicati, ci consente di poter essere meno invasivi al momento dell’intervento chirurgico e, ad esempio, non dover scollare la gengiva per inserire l’impianto o comunque limitarci a piccolissime incisioni. Oltre a questo l’evoluzione delle tecniche e l’utilizzo di impianti sempre più performanti”.
Quali sono i vantaggi della implantologia non invasiva?
“Si hanno molteplici vantaggi: innanzitutto il minor disagio per il paziente che subito dopo l’intervento può riprendere le proprie attività sia lavorative che di relazione. La non invasività permette di accedere all’ implantologia a pazienti di tutte le età, in corso di terapie anticoagulanti o con altri farmaci senza la necessità di doverli sospendere.
Infine, ma non ultimo, il vantaggio biologico di una migliore e più rapida guarigione dei tessuti in assenza di esiti cicatriziali”
Con le tecniche non invasive si possono inserire impianti in tutte le situazioni cliniche?
“Quasi sempre si; sono veramente poche le situazioni in cui dobbiamo far precedere l’intervento di inserimento impianti da interventi di rigenerazione e ricostruzione ossea.
Grazie ad esempio ad impianti corti (5 – 6,5mm) di ultima generazione è possibile riabilitare creste molto atrofiche in un unico tempo chirurgico e comunque anche le tecniche rigenerative si sono evolute e possono risultare meno invasive ad esempio con l’utilizzo di osso di banca pre-modellato”.
Quindi non c’è più motivo di aver paura dell’implantologia?
“Assolutamente no, e per i più ansiosi abbiamo a disposizione tecniche di sedazione anch’esse non invasive quali la sedazione cosciente con protossido d’azoto che elimina completamente l’ansia e permette anche a pazienti odontofobici di superare la paura dal dentista”.
Vediamo alcuni casi clinici
Paziente 1: inserimento di un impianto per la sostituzione dell’elemento 3.6. C’era la necessità di incrementare la gengiva cheratinizzata e questo è stato ottenuto contestualmente all’inserimento implantare grazie all’incisione di un micro lembo gengivale.
Paziente 2: Riabilitazione completa dell’arcata superiore con chirurgia flapless (senza lembo chirurgico) ed applicazione di una protesi fissa su impianti nell’arco di 8 ore.
Impianto post-estrattivo immediato
Consiste nella possibilità di inserire un impianto nella stessa seduta in cui viene estratto il dente.
Il vantaggio di questa tecnica riguarda la riduzione dei tempi e del numero di sedute, nonchè la minima invasività in quanto l’alveolo dentario deve essere semplicemente rettificato per permettere il perfetto alloggiamento dell’impianto.
Questa tecnica non può essere effettuata in presenza di infezione attiva del dente da estrarre on in caso di non perfetta integrità dell’alveolo dentale. In questi casi si preferisce differire l’inserimento implantare per far guarire il sito e/o rigenerare l’osso alveolare favorendo il perfetto posizionamento dell’impianto.
In area ad alta valenza estetica (incisivi, canini, premolari) in molti casi si applica nella medesima seduta anche un provvisorio fisso supportato dall’impianto appena inserito riuscendo a ripristinare immediatamente il dente estratto.
Casi Clinici
Tecnica 3D block
3D Block è una metodica chirurgica con la quale è possibile modellare innesti di osso deidratato su repliche anatomiche sterili dei mascellari.
Tali modelli si ottengono dall’elaborazione di dati digitali TAC grazie a software dedicati molto sofisticati.
I modelli 3D derivati dai dati digitali TAC riproducono fedelmente l’anatomia ossea del paziente.
Tale metodica è in grado di ripristinare i volumi ossei mascellari permettendo in un secondo step l’inserimento di impianti di dimensione adeguata.
La tecnica 3D Block è stata messa a punto nel 2003 dal Dr. Michele Jacotti.